HOME TECNICA FOTOGRAFICA Ritratto in luce naturale

Ritratto in luce naturale

Il ritratto è uno dei temi più ricorrenti nell’attività di un fotografo e nei viaggi le occasioni disponibili per cogliere immagini di questo tipo sono molteplici, potendo riguardare sia i nostri compagni che le persone che incontriamo lungo il nostro percorso. Contrariamente a quanto si è portati a pensare, per realizzare un buon ritratto non è necessario essere fotografi provetti, è sufficiente e utile conoscere alcune regole fondamentali e seguire quelle linee guida che ci aiutano a padroneggiare la tecnica, utilizzando al meglio la luce naturale. La luce diurna, del resto, è quella con cui è più piacevole lavorare e questo giocherà a nostro favore anche nel caso dei ritratti che avremo occasione di realizzare in viaggio.

L'espressione

La considerazione che, nei ritratti, l’espressione del soggetto debba essere naturale e spontanea è quasi banale...
Tuttavia sappiamo bene che la maggior parte delle persone davanti all’obiettivo tende ad irrigidirsi e assume espressioni del tutto innaturali. Quindi la prima cosa da fare è mettere il soggetto a proprio agio per dargli modo di rilassarsi: questo è un aspetto fondamentale che spesso viene totalmente trascurato da chi fotografa. Quando il soggetto è pronto, comodo e rilassato, potremo iniziare a scattare e sarà allora fondamentale saper lavorare velocemente, dimostrando sicurezza e capacità nel dare al protagonista dei nostri scatti chiare istruzioni sulle pose da assumere.

La composizione

Il volto del soggetto e più specificamente gli occhi, devono essere sempre ben a fuoco, in quanto sono il punto focale della nostra foto, dove subito si concentrerà l’attenzione di chi osserva l’immagine: è necessario collocarli correttamente all'interno della composizione. A questo proposito entrano in gioco due questioni importanti che occorre conoscere e saper gestire: la regola dei terzi e la profondità di campo.
 
Per quanto riguarda la regola dei terzi, si tratta di immaginare la scena suddivisa in nove riquadri in modo da posizionare opportunamente il soggetto sfruttando le linee verticali ed orizzontali di questa griglia immaginaria e rendere la foto più interessante. Alcune macchine fotografiche permettono di visualizzare la griglia dei terzi direttamente sul display in fase di ripresa. Questa funzione è sicuramente utile e di grande aiuto al fotografo per comporre correttamente la scena.
La profondità di campo è la porzione dell’immagine che, all’interno di una scena, risulta nitida e perfettamente a fuoco. I fattori che influiscono sulla maggior o minor ampiezza della profondità di campo sono tre: la distanza tra soggetto e macchina fotografica, l’apertura del diaframma e la lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato. Ad esempio, più vicino sarà il soggetto alla fotocamera, minore sarà la profondità di campo; ad aperture di diaframma ampie, come f/2.8, corrisponderà una profondità di campo ridotta; infine anche l’utilizzo di obiettivi con focali medio lunghe contribuirà a diminuire la profondità di campo. Quindi l’ottica e le impostazioni di ripresa che utilizziamo, oltre che, naturalmente, la distanza del soggetto, determinano la profondità di campo. Personalmente, nei ritratti, consiglio sempre di utilizzare diaframmi molto aperti come f/2.8 o f/4, al fine di ottenere un bell’effetto “bokeh” che consiste, in parole povere, nel mantenere a fuoco esclusivamente il soggetto principale sfocando quanto più possibile tutto il resto fino a renderlo indistinguibile.
Se invece il nostro scopo è di realizzare una scena più dettagliata, nella quale siano inclusi anche lo sfondo o altri soggetti, è opportuno chiudere leggermente il diaframma ed utilizzare aperture che vanno da f/5.6 ad f/8.

Infine, a proposito di composizione, ricordiamoci che prima di scattare è buona norma controllare sempre che nella scena non ci siano elementi di disturbo e che la luminosità dello sfondo non sia eccessiva rispetto a quella del soggetto.
 

La luce

Il tema della luce meriterebbe un capitolo a parte: in questo articolo cerchiamo di capire come utilizzare la luce naturale, che è quella che preferisco per i miei lavori in quanto penso sia ideale per ritratti capaci di trasmettere a pieno il carattere e l’autenticità dei soggetti. È sorprendente come quante persone pensano che per ottenere dei buoni ritratti si abbia bisogno del sole splendente...
Niente di più falso, la luce migliore è quella del tardo pomeriggio, un’ora prima del tramonto, quando l'intero cielo è un'enorme “softbox” a nostra disposizione. Queste condizioni di luce agevolano il compito del fotografo, che si deve preoccupare “solamente” dell’inquadratura. A volte, tuttavia, non c’è possibilità di scelta e siamo “costretti” a programmare gli scatti a metà giornata. Quando ci si trova in questa situazione è buona norma posizionare il soggetto in una zona ombreggiata, perché ciò ci consentirà di lavorare con una luce morbida e diffusa, condizione ideale per eseguire i ritratti.
La luce diretta del sole, al contrario, crea ombre nette, forti contrasti e porta il soggetto a “strizzare gli occhi”, oltre a rendere più complessa la gestione della corretta esposizione della scena.
 

Le impostazioni

Ci sono occasioni in cui ci lasciamo trasportare oltre il necessario dalle molteplici possibilità di impostazione che offre la nostra fotocamera e dal parco ottiche a nostra disposizione. Nella maggiorate dei casi, quando si tratta di ritratti, per realizzare un ottimo lavoro è sufficiente un solo obiettivo montato sul corpo della fotocamera: meno attrezzatura ci si porta dietro più è facile concentrarsi su gli aspetti che sono decisivi per il risultato.
Per quando riguarda le modalità di scatto, il suggerimento che mi sento di dare è di lavorare in priorità di diaframmi, la modalità cioè che consente al fotografo di scegliere l’apertura da impostare e gli ISO, mentre la fotocamera imposta la velocità dell'otturatore necessaria a esporre correttamente l'immagine. Perché non lasciare che sia la fotocamera a fare il lavoro extra, dandoci modo di concentrarci sul soggetto e sui dettagli più importanti?
Fotografare in priorità di diaframmi renderà il nostro compito più semplice e funzionale ai fini di ottenere la profondità di campo desiderata, inoltre ci consentirà di essere più rapidi rispetto alla modalità “manuale”, sicuramente valida, che però comporta di verificare le impostazioni ogni volta che la scena si modifica.

Gli obiettivi

Nei ritratti la scelta dell’obiettivo corretto è molto importante. Personalmente, trovo che l'85mm su una fotocamera full frame e il 50mm su un sensore APS-C siano lunghezze focali ottimali per realizzare i ritratti. Entrambi hanno un angolo di campo interessante che ci permette di fotografare il soggetto e la scena circostante dalla giusta distanza e, al tempo stesso, con pochi passi in avanti, ci danno la possibilità di ottenere un ritratto “close up”. Gli obiettivi fissi come il 50 mm o l’85 mm sono inoltre ottiche molto luminose e ci aiuteranno a lavorare anche in condizioni di luce scarsa. L’alternativa può essere uno zoom come l’ AF-S Nikkor 24-120mm f/4G ED VR, un’ottica molto versatile che ho sempre con me nei viaggi perché copre un range interessante di lunghezze focali, con la quale posso fotografare senza preoccuparmi troppo della mia distanza dal soggetto.

Come sempre, considerazioni tecniche a parte, resta inteso che le regole sono stabilite anche per essere infrante: è fondamentale conoscerle nella consapevolezza che nel realizzare le nostre fotografie è altrettanto importante riuscire a lasciarsi trasportare dalle proprie idee e dalla creatività.